Ucraina, bombardamenti intensificati sulle città. Biden: “Putin è un delinquente puro”. E avverte la Cina: “Risposta immediata a un suo aiuto alla Russia”
Le truppe di Mosca intensificano gli attacchi a distanza sulle città, per compensare gli scarsi progressi nell’avanzata sul terreno. E a pagarne il prezzo sono soprattutto i civili. A Sud Mariupol è praticamente distrutta e si temono fino a ventimila morti. Anche nel Nord Est Chernihiv e Kharkiv sono state bersagliate da nuove raffiche di bombe e colpi di mortaio, che hanno provocato decine di vittime tra i residenti.
In tre settimane di invasione, è la stima del Pentagono, sono caduti sul suolo ucraino oltre mille missili russi: una tattica per far collassare dall’interno gli obiettivi, nella misura in cui la resistenza degli ucraini lungo il percorso e le difficoltà nei rifornimenti stanno impedendo alle truppe di Putin di entrare nei centri abitati. Gli effetti di questa morsa asfissiante sono evidenti a Mariupol, dove il 90 per cento degli edifici è stato distrutto per i bombardamenti quotidiani dei russi. Tra questi c’è il teatro che dava rifugio ad oltre mille sfollati. Non è ancora chiare quanti siano i sopravvissuti, ma c’è chi dice che è riemersa dalle macerie la maggior parte di chi si trovava nella struttura. Mosca, come spesso è successo in queste tre settimane, ha una versione alternativa: non c’è stato nessun bombardamento russo, ha detto l’ambasciatore russo all’Onu, ma una “presa di ostaggi” da parte dei “nazionalisti ucraini”.
Una pioggia di fuoco russo è caduta anche su Chernihiv. Le vittime civili accertate sono oltre 50, tra cui una famiglia con tre bambini. Tra i civili uccisi c’è anche un cittadino americano di 68 anni. Nell’area di Kharkiv l’artiglieria russa ha provocato almeno 21 morti e 25 feriti, colpendo nella notte la città di Merefa. Tra gli edifici distrutti, anche una scuola ed un centro culturale. In un villaggio poco distante, Kozacha Lopan, è stato denunciato un raid con bombe a grappolo che ha ucciso almeno sei persone. L’offensiva su Kiev, infine, sta procedendo allo stesso modo, con pesanti bombardamenti intorno alla capitale (un bambino di 2 anni è morto in un raid a Novy Petrivtsi), perché i russi sono impantanati. I generali ucraini hanno spiegato di essere riusciti a tenere l’artiglieria del nemico fuori dalla portata del centro e le truppe di Mosca sono lontane ancora 20 chilometri. Per tentare di superare questo stallo, l’Armata di Putin potrebbe ricorrere a breve a rinforzi esterni. Il leader ceceno Ramzan Kadyrov, signore della guerra ceceno al servizio dello zar, è tornato ad annunciare che “migliaia” di suoi miliziani sono partiti per l’Ucraina. Ai confini russi nel frattempo si stanno addestrando centinaia di mercenari siriani. A Kiev si teme anche un intervento della Bielorussia al fianco di Mosca.
Questo porta al piano diplomatico che corre sullo stesso filo della tensione. Oggi è in programma una telefonata tra il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il presidente della Cina Xi Jinping e il tema è soprattutto uno: gli Usa ribadiranno che se Pechino interviene in aiuto di Putin, le conseguenze saranno immediate; i cinesi ripeteranno che un’ipotesi di loro intervento in sostegno di Mosca è solo nelle parole e nella testa degli americani. Il capo della Casa Bianca nel frattempo ha di nuovo alzato i toni definendo Putin un “dittatore omicida, un delinquente puro”. Di certo c’è che nel frattempo al consiglio di sicurezza dell’Onu Mosca è apparsa ancora più isolata. Ha tentato, infatti, di presentare un suo documento sulla guerra in Ucraina, ma al momento in cui ha cercato alleati per “co-condividere” la mozione non ha trovato né Cina né India, rinunciando così a metterla in votazione.